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Un anno di fiori con Prealpi Cansiglio Hiking Aprile 2°

Aprile Seconda settimana.

Continuiamo con questa rassegna delle piante che incontriamo lungo le nostre escursioni.

Con notizie per i nostri appassionati.

Questa settimana diamo spazio al Fiore simbolo dell’inverno che finisce: Il Croco. E poi parliamo di un albero che nella passeggiata di domenica, a Quantin, abbiamo potuto apprezzare in tutta la sua bellezza ed eleganza: la Betulla.

Ecco le schede botaniche e buone esplorazioni…

 

Crocus vernus (L.) Hill

IRIDACEAE Juss

Asparagales Link

Lilianae Takht.

Magnoliidae Novak ex Takht

Il Croco o zafferano primaverile è una delle specie più abbondanti e tipiche delle montagne alpine. Quando l’inverno volge verso la fine e le nevi si sciolgono con il tepore del sole ecco che spuntano questi fiori dalle sfumature bianche-violetto. La si trova abbondante in boschi di latifoglie (querco-carpineti, faggeti) e nelle praterie di alta montagna. Il bulbo è velenoso ma Il nome generico deriva dal greco ‘krokos’ (filamento) in allusione ai lunghi stimmi filamentosi che, nel caso della specie C. sativus, una volta seccati costituiscono lo zafferano; il nome specifico, dal latino ‘ver’ (primavera) si riferisce alla fioritura molto precoce. E’ una pianta geofita, bulbosa.

Luoghi speciali dove lo troviamo abbondante e in pieno fiore in questo periodo: pascoli del Pizzoc, Pascolet, Mezzomiglio e infiniti altri luoghi da febbraio (Cansiglio) a luglio (Cime prealpine friulane).

 

Betula pendula Roth

BETULACEAE Gray

Fagales Engl

Rosanae Takht.

Magnoliidae Novak ex Takht.

La betulla è un albero deciduo a vasta distribuzione eurosiberiana presente allo stato spontaneo in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Umbria, Puglia e Calabria, ma più frequente sulle Alpi che sugli Appennini. Pianta colonizzatrice di ambienti aperti, che attecchisce in terreni poveri, arrichhendoli con le foglie che si decompongono in fretta. Predilige suoli abbastanza umidi e in pieno sole (pianta eliofila).

Ha origini artiche ed è migrata durante le glaciazioni nelle nostre aree, diventando comune soprattutto nelle Alpi, ove è presente spesso associata al pino silvestre, talora sino ai 2000 m di quota.

Il legno, elastico e tenero, ma poco durevole, è comunque un buon combustibile. La betulla si presenta con un portamento elegante e leggero che le ha fatto guadagnare il titolo di Venere dell’Olimpo vegetale. E’ legata anche ad un personaggio fantastico, l’Om Selvarech, presente soprattutto nella tradizione agordina, che, con un ramoscello di questo albero, percuote le giovani per propiziarne la fertilità..

Simbolicamente è l’albero della fertilità e dell’eleganza. Considerata anche l’albero delle Dea dell’amore. A livello spirituale la betulla ci sostiene nel danzare la vita con gioia, nel percepire la bellezza interiore, a qualsiasi età, e manifestarla al mondo intero. E’ un simbolo di unicità e di armonia con il mondo circostante.

Luoghi speciali dove la troviamo abbondante: Nevegal. Zone  Maraschiada, Pascolet, Faverghera preso come esempio di Betuleto nel manuale: “Biodiversità e indicatori nei tipi Forestali del Veneto” a cura di R. Del Favero

 

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