L’area del Palù è un'ampia zona di risorgiva a valle della Sorgente della Santissima, in cui si immette l’acqua proveniente dalla Sorgente del Molinetto, per dare origine alla Livenza. posto tra i comuni di Caneva e Polcenigo, dal quale nasce l’omonimo fiume, al piede della dorsale Cansiglio-Cavallo.

Nel corso del Tardoglaciale fu sede di un lago creato dallo sbarramento nella pianura del conoide dei torrenti Puster e Mena.

Questo luogo in gran parte paludoso fu sede d’un importante insediamento palafitticolo databile tra il 4.500 e il 3.600 a.C. circa, ossia Neolitico recente.

Noto già nell'Ottocento, la sua grande importanza emerge soprattutto dagli anni '80 a seguito delle sistematiche ricerche scientifiche intraprese dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia con carotaggi, saggi di scavo ed esplorazioni subacquee che rilevarono la presenza di numerosissimi pali lignei infissi nel limo palustre, assieme a molto altro materiale litico e ceramico in associazione con strutture in legno attribuibili alle culture neolitiche dei "Vasi a Bocca Quadra" e della “Lagozza”, in parte presente oggi al Museo Archeologico del Friuli occidentale di Torre di Pordenone.

Questi dati offrono indicazioni sull'insediamento d’un vasto abitato nello specchio d'acqua e su piattaforme di bonifica, articolato in più nuclei, su isolotti separati. Di questi ultimi, costituiti da strutture  di pali e paletti, travi, sistemi di rami verticali e orizzontali disposte a reticolo, si possono ipotizzare più fasi di costruzione, in relazione all'oscillazione del livello del lago, ma soprattutto all’evoluzione delle conoscenze architettoniche che si svilupparono all’epoca. Le analisi paleobotaniche hanno evidenziato anche la presenza di tutti i cereali noti nel Neolitico, della frutta, dei semi di lino -forse utilizzati per l'estrazione dell'olio- e molto altro ancora.  Una serie di scoperte hanno anche chiaramente identificato la fauna caratterizzante l’ambiente.

Oltre alla fase tardo neolitica dell'insediamento, che è quella attualmente maggiormente documentata, sembra ce ne sia stata anche una più antica riferibile a un momento recente del Paleolitico superiore (tra 12.000-10.000 a.C. circa) e al Mesolitico finale (7.000-6.000 a.C. circa) almeno a giudicare dal rinvenimento di alcuni strumenti in selce. Sempre grazie al recupero del materiale archeologico, è testimoniata pure una frequentazione temporanea durante l’Eneolitico (3.500-2.300 a.C.) e l’età del Bronzo (secondo millennio a.C.). Un arco di tempo d’incredibile durata quindi che lo caratterizza e, se debitamente studiato, darà nuove conoscenze sull’uomo preistorico, la sua vita ed il suo comportamento.

Finalmente il Palù , nel giugno 2011 è diventato "Patrimonio Mondiale dell'UNESCO" ed inizia così la sua nuova storia recente che lo veda giustamente riconosciuto per le sue valenze sia storiche che naturalistiche.

Una volta terminata l'esplorazione del Palù, avete modo di continuare l'itinerario archeologico visitando il Parco di San Floriano, che è l'evoluzione abitativa del Palù per le genti che abbandonarono la palude per trasferirsi nella vicina altura e dove sono in corso opere di scavo per il recupero di un'importante necropoli.

    Friuli Occidentale

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